Due anni di silenzio, e tenterò di riallacciare il nostro antico tira-e-molla: dovrei chiamarti Charlie Brown!
E se non ricordassi come si fa?
Scrivere, scrivere di getto, finché il silenzio si fa più leggero, finché i pensieri riemergono come un'eco dal buio spazio circostante; sonar mentali per investigare la mente, per aiutarmi nella ricerca di me stesso.
"Questo non sei tu!"
Ecco il titolo, in un grazioso corsivo vecchio stile, troppo arzigogolato per sembrare sincero (un po' come me, a volte): "Questo non sei tu!".
Nero su bianco. Sei il mio Magritte personale; il mio Zibaldone.
Pensieri, alla rinfusa, che giocano a rincorrersi tra gli incroci di una città fantasma; che non allungano la propria ombra nella luce trasversale di un interminabile pomeriggio d'autunno, quando il mistero dell'oro sfugge ogni teoria del colore. Impalpabili, eppure concreti; alcuni poco più che traslucide ed informi nuvolette, altri decisamente più umani (lì, c'è un pensiero che ha la forma di un inquietante personaggio alla Lynch, nascosto dietro il cassonetto in un vicolo ottenebrato; sento i suoi occhi lampeggiarmi sul collo da un po', ma non sapevo come introdurlo).
Un bambino - anzi Il Bambino (archetipo infantile) - insegue col retino il pensiero di una farfalla, che gli sfugge, non per paura, ma per evitare che egli scopra quanto fragili sono le sue ali, e rimpianga il loro gioco eterno, proteggendo entrambi dalla contaminazione del Dolore.
È un vero piacere aver rivisto un po' tutti in giro e si, sono contento che stiate bene, e no, non mi pare ci siano particolari novità e chissà, e forse, e...
Stasera spero che Amicizia e Alcool siano dei nostri; dite a tutti di fare un salto, ed al sole di tramontare per un po', che tutta questa luce è magnifica, ma il cielo notturno è un confidente migliore.
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