Ci risiamo: scende la notte e non ne vuol sapere di rimanere nel letto da solo. Pensare che alla sua età non vedevo l'ora che il sole se ne andasse a dormire per nuotare un po' nell'oscurità: la sentivo avvolgermi, densa, ed agitavo le braccia come se fossi in uno sconfinato oceano in cui mi era straordinariamente concesso di respirare. La colpa deve essere della televisione, alla ricerca di emozioni troppo facili. Risultato: viviamo da pisciasotto fino a quando non ci desensibilizziamo del tutto. Un vero affare!
Cammino nel corridoio ed apro lentamente la porta della cameretta, che rimanendo perennemente accostata, ci concede qualche sporadica sera di intimità. Come al solito, è seduto sul letto con la schiena appoggiata alla testiera e le coperte per metà sul pavimento (davvero, oggi fa un caldo insopportabile!), e mi guarda con gli occhi gonfi di paura e dispiacere per non essere riuscito a mantenere la nostra promessa.
Ancora convinto che qualche mostro stia aspettando solo che chiudi gli occhi? Abbiamo già controllato nell'armadio, nei cassetti e sotto il tuo lettino, e come al solito non abbiamo trovato niente!
- Lo so, papà... ma...
Pausa singhiozzo, non sa cosa dire (il che in realtà è piuttosto raro); poiché mi sembra molto agitatolo interrompo prima che riesca ad inventare qualche scusa plausibile e mi offro di raccontargli una storia.
- E resti finché non mi addormento, me lo giuri?
Si cucciolo, lo giuro, lo giuro: veglierò su di te finché non sarò certo che gli orchi, le streghe e i vampiri (che hai smascherato dietro l'aspetto innocuo dei nostri poveri vicini) non avranno rinunciato alla caccia per stanotte.
Sistemo una sedia accanto al comodino, nella posizione strategica che mi permette di illuminare le pagine del libro e, allo stesso tempo, di controllare che non ci siano esseri sovrannaturali fuori dalla finestra, al di sopra della scrivania, e comincio: C'era una volta...
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