il sangue gronda, grumoso,
fasullo come vernice rossa e reale
come la morte in uno schermo.
Scivola scarlatto sibilando in spirali,
posticcio fluire senz'altro sfogo.
Lo raccolgono in tazzine da caffè,
o nella cristalleria scadente di un cocktail.
Urla che reclamano una voce nello schiamazzo generale,
eppure, a malapena sussurri.
Non capisco,
ma talvolta mi adeguo.
È strano;
mi sono sempre sentito più al sicuro in un vecchio maglione,
che nudo in piazza.